LA POLITICA E’ VITA

POST 9 GEN. 2021 – E pensare che questa sarebbe l’occasione più bella, più opportuna, più entusiasmante per fare politica. C’è una pandemia epocale che sta azzerando molte delle nostre condizioni di vita e dobbiamo decidere come utilizzare la montagna di finanziamenti in arrivo (circa 220 miliardi fra prestiti e sussidi, neanche il piano Marshall). Dobbiamo prenderci il futuro, progettarlo. Le città, i borghi, la sanità territoriale, gli investimenti per l’ambiente, i servizi per aiutare chi ha perso il lavoro a formarsi e ricollocarsi, la scuola, l’università, le infrastrutture. Dovremmo passare il nostro tempo libero o cupo di questo storico inverno a pensare cosa cambiare, cosa lasciare, come riempire il guscio vuoto delle nostre città prima che l’inerzia o l’ignavia li lasci in pasto al primo che arriva, chiunque sia e qualunque piano abbia in mente . Mi piace l’urbanistica del quarto d’ora ,per esempio, su cui esercito il pensiero nelle albe insonni: come progettare città in cui tutti i principali servizi siano raggiungibili in quindici minuti a piedi. Un’idea di cui discutono gli urbanisti europei e che vedrebbe noi italiani già in vantaggio, con i centri medio-piccoli che abbiamo.

E invece niente, in Italia la politica è una parola che non riesce più a decollare. E’ una parola vuota di passione, dissanguata. Ma sono figlia di una generazione di politici a cui ancora mi inchino. Ad occuparmi della cosa pubblica non rinuncio.

Lascia un commento